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 LA PARROCCHIA

 MESSE E LITURGIA


Orario S. Messe


FESTIVE

7.30 - All'Ospedale
8.00 - Nella Parrocchiale
9.30 - In Basilica
10.30 - Nella Parrocchiale
18.30 - Nella Parrocchiale



FERIALE ( da lunedì a venerdì )

In Parrocchia: 7.00 - 8:30
In Basilica: 18:30


SABATO E VIGILIE

In Parrocchia: 8:30
In Basilica: 16:30 prefestiva
In Parrocchia: 18:30 prefestiva



 CALENDARIO LITURGICO



 VITA DEI GRUPPI PARROCCHIALI

 VIDEOFOTOGALLERY


 LITURGIA DEL GIORNO




 AZIONE CATTOLICA

CHI SIAMO

Laici impegnati…
Siamo un’associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno “a propria misura” ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità.
Crediamo che sia doveroso e possibile educarci reciprocamente alla responsabilità, in un cammino personale e comunitario di formazione umana e cristiana. Vogliamo essere attenti, come singoli e come comunità, alla crescita delle persone che incontriamo e che ci sono state affidate.

…con in Pastori…

Ci impegniamo a vivere la nostra vocazione laicale lavorando e collaborando con i Pastori.

…al servizio del territorio in cui vivono…

L’Azione Cattolica fin da principio ha scelto di rispondere alla vocazione missionaria, mettendosi a servizio della vigna del Signore nelle singole Chiese locali. Il nostro servizio alla Chiesa si esprime nella scelta di stare in maniera corresponsabile nelle diocesi e nelle parrocchie. Vogliamo costruire percorsi di comunione con le altre aggregazioni laicali, in fedeltà a quanto il Concilio ha chiesto a tutti i laici.

…eredi di una lunga storia…

Quella dell’Azione Cattolica è una storia che inizia da lontano. Raccontarla significa raccontare anche la storia della Chiesa e dell’Italia degli ultimi centotrenta anni. È una storia, infatti, che si intreccia con la vita di migliaia di uomini e donne, che in questo lungo periodo hanno lavorato con passione e fedeltà, servendo la Chiesa e contribuendo a costruire il Paese in cui viviamo.

…testimoni del Risorto!

Oggi, dunque,noi raccogliamo un’eredità, un tesoro prezioso consegnatoci da uomini e donne, testimoni del Vangelo, che hanno saputo fino in fondo essere interpreti dei segni dei tempi.

 I Riferimenti














 




 



Un Papa fedele e coraggioso
Immensa gratitudine a papa Benedetto.

Lo abbiamo amato e continueremo ad amarlo, lo abbiamo seguito e seguiremo con altrettanta forza e passione il suo successore. Lo apprezziamo per l’amore che mostra per la Chiesa e per il coraggio della sua decisione.
Anche lo scorso Natale, lo abbiamo salutato con i ragazzi dell’Acr (e ancora venerdì 8 febbraio, il nostro assistente lo ha incontrato per la visita ad limina, e papa Benedetto gli ha ripetuto il saluto dell’Acr: «uno, due, tre, quattro, cinque, sei ciao!»). Il suo abbraccio è stato come sempre caloroso e paterno verso tutta l’Azione Cattolica, che ha voluto anche in quell’occasione ringraziare per la fiaccolata dello scorso 11 ottobre, in occasione del cinquantesimo del Concilio Vaticano II.
Sorpresi e commossi non ci sentiamo né smarriti, né preoccupati, perché siamo certi che papa Benedetto ci saprà condurre anche in questi ultimi giorni di responsabilità con la sua tenacia, laboriosità, umiltà e intelligenza che lo hanno sempre caratterizzato. Tutta l’Azione Cattolica si raccoglie in una preghiera di ringraziamento e di invocazione a Dio per la sua Chiesa.

Franco Miano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana
Mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana
(Pubblicata su Azione Cattolica Italiana (http://www2.azionecattolica.it))

Anche l’Azione Cattolica di Gardone V.T. raccoglie l’invito dell’Azione Cattolica italiana e si unisce alla preghiera per Papa Benedetto e per tutta la Chiesa.


“Abbiamo a cuore il futuro dell’Italia”
Nota del Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana in vista delle elezioni politiche Roma, 19 gennaio 2013

L’Azione cattolica italiana, associazione radicata su tutto il territorio nazionale, nell’intento di interpretare le domande più profonde dei cittadini, sente la responsabilità di prender parola intorno alla delicata vicenda politica italiana, nell’imminenza delle elezioni. Riteniamo doveroso intervenire – andando oltre i clamori e i frastuoni del dibattito politico-elettorale contingente – per portare nuovamente all’attenzione del Paese e, in particolare, alla responsabilità del futuro Parlamento, i temi che ci stanno più a cuore. Si tratta, in verità, soltanto di alcune delle numerose domande di cambiamento emerse con forza nel confronto con le migliaia di persone incontrate durante questi mesi nel servizio che l’Azione cattolica italiana sperimenta quotidianamente tra la gente e per la gente.

Di fronte all’oggi
Siamo dentro a una stagione difficilissima per tutti i cittadini italiani e, in particolare, per le fasce sociali più deboli. La crisi – finanziaria, economica e, ancor più, culturale, valoriale – continua a mettere a durissima prova il Paese, scaricando i suoi costi in modo insopportabile soprattutto sulle giovani generazioni. Da una parte, l’aumento del costo della vita e, dall’altra, la precarietà delle condizioni lavorative hanno prodotto forte disagio e alimentato grave sfiducia, in alcuni casi degenerata in veri e propri atti di disperazione. Come cittadini cristiani, non possiamo restare sordi o inerti dinanzi a tali drammatiche vicende: a ciascuno di noi, a tutte le persone di buona volontà, è richiesto anzitutto di prodigarsi in modo sincero e costruttivo, ciascuno nei propri ambiti di impegno, per ricostruire la tela della speranza e restituire dignità a chi vive le troppe fatiche del tempo presente. Alla classe politica che governerà il Paese chiediamo con forza di adoperarsi in modo adeguato, giusto e di largo respiro mediante interventi mirati a tutela delle situazioni più gravi, e soprattutto politiche di medio e lungo periodo, in grado di promuovere condizioni di vita più solide per le famiglie e di garantire un futuro per le prossime generazioni.

L’Italia sta vivendo un periodo di sacrifici durissimi. L’urgenza di far fronte alle conseguenze della crisi economica potenzialmente più nefaste per il Paese, mettere ordine nei conti dello Stato e operare una riduzione dell’ancora massiccio debito pubblico ha reso necessario adottare politiche di austerità, che tuttavia rischiano di essere percepite semplicemente come ingiuste, se varate senza equità e proporzione, come ha ribadito anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno. Si tratta, invero, di un tema complesso, la cui responsabilità è da ascriversi a molteplici cause, non ultima un lungo periodo di riforme economiche mancate e di promesse sociali tradite.

Partecipazione, coesione e solidarietà
Il Paese, dunque, vive, da Nord a Sud, una stagione di grave lacerazione del proprio tessuto politico, economico, sociale e culturale. Nel ribadire la necessità di una maggiore attenzione in favore delle categorie più deboli e delle zone più svantaggiate della nazione, a partire dal Mezzogiorno, chiediamo che l’intero Paese si impegni per una cultura della partecipazione e della responsabilizzazione di amministratori e amministrati, contro ogni logica di tipo assistenziale o clientelare. Le politiche pubbliche, a tutti i livelli di governo, dovranno essere maggiormente ispirate a criteri di competenza, merito e responsabilità. Al riguardo, rivolgendoci anche alle amministrazioni locali, chiediamo la massima trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, affinché si avvii finalmente un reale e virtuoso processo di crescita. Muovendo proprio dai sacrifici compiuti, occorre che il futuro Parlamento sappia coniugare rigore ed equità, legalità e sviluppo, così da riequilibrare il costo sociale della crisi e rilanciare l’economia del Paese. In questo modo – pur restando consapevoli delle difficoltà che ancora ci attendono – ci auguriamo che si possa gradualmente aprire una stagione di maggiore fermento economico, di rinnovata fiducia sociale, di più larga convergenza sui valori fondamentali in gioco. Il nostro Paese è, inoltre, chiamato a interpretare con coraggio la propria possibile funzione di ponte tra l’Europa e la sponda sud del Mediterraneo, per interagire in modo significativo con le trasformazioni in atto nel continente africano e in Medio-Oriente. Un compito che l’Italia è chiamata a svolgere, rimanendo saldamente e attivamente collocata nel contesto europeo, che non può essere ridotto alla sola dimensione economico-finanziaria. L’Europa deve anzi recuperare la sua originaria natura volta alla costruzione della solidarietà tra i popoli.

Ripartire dalle persone
Il passaggio a una nuova fase sarà possibile solamente se il prossimo Parlamento sarà capace di ripartire dalle persone. In particolare, non sarà più procrastinabile un concreto sostegno alle famiglie, che in larga misura hanno supplito alla crisi del welfare in questa difficile congiuntura. Esso dovrà attuarsi, prima ancora che per ragioni funzionali, facendo riferimento al valore fondativo della famiglia, così come è riconosciuto dalla Costituzione italiana. Occorrerà, quindi, offrire più opportunità ai giovani, tra i quali è importante che, oltre alla giusta indignazione, cresca la voglia di reagire, incalzando le classi dirigenti a dare sostanza ai loro diritti di cittadinanza, soprattutto attraverso adeguate politiche di istruzione, formazione, innovazione e ricerca. Un Paese che non investa sulle giovani generazioni si priva del futuro. Al contempo, si dovrà rivedere l’attuale sistema di welfare perché possa rispondere a vecchie e nuove povertà, e consenta ai soggetti più deboli di essere cittadini a pieno titolo. Inoltre, si dovrà assicurare più inclusione nei confronti di chi arriva in Italia per cercare protezione e lavoro, offrendosi come preziosa risorsa per il nostro sviluppo economico e sociale. Parimenti necessario è l’avvio di una seria riflessione sulla normativa che regola il diritto di cittadinanza per gli stranieri. Il Parlamento sarà, dunque, chiamato, senza più l’alibi di coprirsi dietro pronunciamenti strumentali di comodo, a offrire maggiore equità per giovani e anziani, donne e famiglie, disoccupati ed espulsi dal mondo del lavoro, ultimi e penultimi. Si tratta di convergere sul primato della persona, che ha nella promozione della vita umana, nella sua integralità, un presupposto culturale e morale per operare nel solco del bene di tutti e di ciascuno, come ricordano sempre papa Benedetto XVI e il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. L’etica sociale, infatti, non può poggiare se non sull’etica della vita. Le questioni della vita pubblica non possono essere affrontate sulla scorta di apparati ideologici, piegati a meri fini elettorali, eludendo le istanze autentiche che toccano la famiglia e la vita, e che hanno a che fare con le «gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi». L’Azione cattolica ritiene irrinunciabile un dialogo sincero, maturato al di fuori di ogni strumentalizzazione tra credenti competenti e non credenti aperti al confronto, un dialogo che non consegni il Paese al vuoto relativismo dei valori.
Solamente attraverso queste rinnovate attenzioni il Paese potrà recuperare la credibilità che si è offuscata sotto i colpi del malcostume diffuso.

Per una legislatura di riforme istituzionali
Restano ancora aperti molti temi, tra cui quelli delle riforme istituzionali e costituzionali. Si tratta di questioni complesse, rispetto alle quali l’Associazione si è espressa attraverso specifici pronunciamenti pubblici (ai quali si rinvia), a seguito di un accurato percorso di approfondimento. Tra tutti, ancora in questa sede, esprimiamo il nostro più severo rammarico per la mancata riforma della legge elettorale. Per le ragioni più volte indicate, giudichiamo gravissima e colpevole questa omissione, e ci auguriamo che il nuovo Parlamento sappia immediatamente rimediare, ricercando con sforzo sincero le più ampie convergenze tra le forze politiche. In tal senso, l’inizio della nuova legislatura può rappresentare un’occasione propizia, e non più rinviabile, per depurare il dibattito su questa riforma dai condizionamenti imposti dalle scadenze elettorali e finalmente compiere un atto di responsabilità nell’interesse generale dei cittadini, oltre i cinismi e i tatticismi di questa o quella parte politica. Quanto alle ulteriori riforme sulle quali l’Azione cattolica italiana si è recentemente espressa, ribadiamo ancora l’urgenza di interventi volti ad ammodernare l’architettura istituzionale, senza intaccare i valori fondanti del patto costituzionale. Restiamo convinti che un riforma seria e condivisa di assetti e regole contribuisca a qualificare la medesima politica, a partire dalla riduzione dei costi, dall’eliminazione dei privilegi e dall’effettiva capacità di rappresentare e assumere decisioni nell’interesse generale.
Sul piano costituzionale, ad esempio, la riduzione del numero dei parlamentari, lo snellimento di tempi e procedure legislative, la razionalizzazione degli organi di rappresentanza locale sono temi sui quali la riflessione culturale e il dibattito politico sono giunti ad alti livelli di maturazione. È bene, dunque, che il Parlamento ne prenda atto e si adoperi di conseguenza. E, ancora, sul piano istituzionale, è urgente una regolamentazione dei partiti politici, a partire da una seria disciplina, che garantisca la trasparenza dei finanziamenti e dei rimborsi elettorali, fino ad una definizione di meccanismi di selezione interna su base democratica e alla limitazione dei mandati parlamentari, per garantire la pienezza del diritto di scelta dei cittadini.

Uno scatto di corresponsabilità
L’Azione cattolica italiana, come associazione popolare che ha accompagnato con senso di responsabilità la vita del Paese dalla sua unità e che ha assicurato il proprio contributo nei momenti più difficili, come quello della ricostruzione spirituale e civile post-bellica e dell’elaborazione della Carta costituzionale, è convinta che oggi l’Italia abbia bisogno di una stagione politica stabile e autorevole.
Auspichiamo un periodo sobrio di lavoro autentico per una legislatura che sia in grado di riportare l’Italia ai livelli delle grandi democrazie in Europa e nel mondo. Alla classe politica, che avrà il compito di guidare il Paese dopo le elezioni del prossimo 24-25 febbraio, chiediamo di farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini e di impegnarsi con spirito leale e collaborativo per le riforme necessarie, a partire dai temi indicati nella presente Nota, che restano soltanto alcune delle numerose questioni su cui occorrerebbe un supplemento di responsabilità da parte di tutte le forze, dentro e fuori il Parlamento. La politica dia il buon esempio e recuperi il suo ruolo con il contributo di ciascun cittadino. In particolare, forze politiche, istituzioni e società civile sono chiamate a concorrere in modo proficuo a far crescere una cultura della legalità e a combattere ogni forma di abuso e criminalità. È per questo che, come Associazione di donne e uomini al servizio del Paese e della Chiesa, non ci stancheremo di partecipare e vigilare nell’interesse generale dell’Italia. Ai nostri concittadini, pur legittimamente affaticati e indignati dagli sprechi, dall’inconcludenza e spesso persino dal malcostume delle classi dirigenti, chiediamo di saper distinguere per non confondere. Non cediamo il passo alla rassegnazione astensionista o alla polemica fine a se stessa, ma facciamo la nostra parte, criticando in modo severo ma costruttivo, partecipando attivamente per il bene comune, contro ogni approccio retorico o qualunquista.
Oltre ogni sterile proclama, serve uno scatto di corresponsabilità tra cittadini e rappresentanti: uno slancio civile e morale che sappia tenere unito il Paese da Nord a Sud, e che veda impegnati insieme, in questa delicatissima fase storica, giovani e adulti, partiti e società civile, per restituire finalmente all’Italia normalità, pace sociale, sviluppo e benessere, quindi più vita per tutti.













 Bollettino Febbraio 2012



 GLI AUGURI DELL'AZIONE CATTOLICA



 Comunicato


L’Azione Cattolica di Gardone V.T. ricorda l’incontro nazionale a Roma in cui ha avuto l’opportunità di conoscere da vicino Oscar Luigi Scalfaro e desidera condividere il comunicato della Presidenza Nazione di Azione Cattolica:

“Con profonda commozione la Presidenza nazionale e l’Azione cattolica italiana tutta rendono omaggio alla figura di Oscar Luigi Scalfaro, indimenticato Presidente della Repubblica italiana e da sempre socio dell’associazione, di cui fieramente portava il distintivo.
È stato un grande protagonista della vita politica democratica della nazione italiana, vogliamo ricordarlo soprattutto come cristiano, uomo dalla fede limpida e dalla testimonianza coerente e rigorosa. Nella sua lunga vita ha avuto due riferimenti costanti: il Vangelo e la Costituzione.
Proprio alla luce di questi punti fermi del suo cammino di credente e di politico, ha vissuto la sua esperienza di uomo delle istituzioni fronteggiando con fermezza coerente e lineare momenti tra i più difficili della storia italiana.
L’Azione cattolica italiana ricorda la sua vicinanza alla vita dell’associazione, che si è manifestata più volte in incontri al Quirinale e nella partecipazione ad alcuni appuntamenti nazionali e locali dell’associazione. E ricorda, ancora, la sua grande umanità, il suo rispetto per l’altro, il suo amore per gli ultimi.
Alla figlia Marianna l’amicizia e la vicinanza, nella preghiera, di una associazione che non dimenticherà mai il suo illustre socio”.

 La Giostra

 Bollettino Incontro Natale 2011

 Bollettino Incontro Ottobre 2011

 Misura, Decoro, Rispetto: Modelli per le nuove generazioni

Da a.martino
Creata il 12/02/2011 - 11:23
Inviato da a.martino il 12 febbraio, 2011 - 11:23

Riflessione dell’Azione Cattolica Italiana su alcune tematiche educative e culturali che attengono anche all’attualità della vita politica del nostro Paese.
Ci troviamo, come Azione cattolica italiana, nell’ambito del XXXI Convegno Bachelet, a riflettere sui 150 anni dell’unità d’Italia, un appuntamento che ci vede, come cattolici, particolarmente partecipi perché parte integrante della nostra nazione. La stessa associazione è stata, infatti, tra le primissime realtà dello Stato unitario ad avere una connotazione nazionale. Un’attenzione che è squisitamente nello stile dell’associazione chiamata e impegnata a formare le coscienze, capace di offrire alle persone di ogni età e condizione di vita un cammino di attenzione all’altro e al bene comune. Proprio Vittorio Bachelet, approfondendo il legame tra educazione e bene comune, sottolineava: «Educare al senso del bene comune vuol dire formare a un retto e vigoroso ideale, aiutando l’uomo a impadronirsene con l’intelligenza e ad adeguarvi la sua formazione spirituale morale tecnica. Vuol dire formare l’uomo a una lineare aderenza agli essenziali immutabili principi della convivenza umana e in pari tempo al senso storico, alla capacità cioè di cogliere il modo nel quale quei principi possono debbono trovare applicazione fra gli uomini del suo tempo; vuol dire altresì rendere consapevole l’uomo della necessità di attrezzarsi spiritualmente, intellettualmente, moralmente, tecnicamente per divenire capace di attuare concretamente quei principi nella concreta convivenza umana in cui è chiamato a vivere».
È per questo che la nostra riflessione, che parte dal cammino unitario nazionale, oggi si ferma a guardare alle vicende del Paese e a sottolineare alcune ripercussioni di natura educativa, forse sinora sottovalutate. Bene ha fatto il cardinale Angelo Bagnasco, nella recente prolusione ad Ancona al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, a evidenziare il disastro antropologico che si compie a danno dei giovani e di quanti sono nell’età in cui si fanno le scelte definitive per il futuro della propria esistenza. C’è una rappresentazione fasulla dell’esistenza, c’è un tentativo di mettere in primo piano il successo basato «sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé». Il rischio è che le recenti vicende, che trovano ampio spazio nei media, facciano emergere la desiderabilità di stili di vita per i quali «il potere può tutto». È per questo motivo che torniamo a dire una parola non sui risvolti politici, ma su quelli, appunto, educativi.
NON È EDUCATIVA l’immagine della donna emersa in numerosi racconti giudiziari e mediatici. Ne è stata ripetutamente e insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza. NON È EDUCATIVA, allo stesso tempo e con la stessa intensità, l’immagine dell’uomo incapace di riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio egoistico di possesso. È, invece, EDUCATIVO, a nostro avviso, ridire con forza, con parole condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna. Per questo chiediamo al mondo dei media un modo diverso di comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a corpo da guardare, da possedere, da sfruttare.
NON È EDUCATIVA l’idea che i giovani e gli adolescenti, per realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie. È difficile costruire un mondo diverso e migliore se l’unico insegnamento trasmesso alle nuove generazioni è quello di cercare ostinatamente i favori del potente. È EDUCATIVO, ed importante, valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri. Scegliamo con consapevolezza quali modelli culturali offrire a tutti, senza, ovviamente, cadere nel moralismo di facciata.
NON È EDUCATIVA la percezione che il riserbo delle inchieste giudiziarie sia costantemente minato da interessi politici e giornalistici, e che sul sistema della giustizia si addensi l’ombra della manipolazione di parte. Allo stesso tempo, DISEDUCA al valore dell’informazione assistere sui media ad una guerra frontale, caratterizzata anche da “dossieraggi” e “killeraggi” contro i propri “nemici”, che siano politici della parte avversa o magistrati o uomini della cultura e dell’informazione. Vorremmo sottolineare che non è casuale la contemporanea perdita di credito, tra gli italiani, e della politica e della giustizia e dei media, i tre attori di un circolo che sta diventando oltremodo vizioso. È EDUCATIVO, al contrario, riaffermare il senso della deontologia e dell’imparzialità in professioni, ruoli e responsabilità pubblici ad alto valore civile, fondamentali per la tenuta della democrazia.
NON È EDUCATIVO coinvolgere nei conflitti giudiziari, mediatici e politici le istituzioni della Repubblica. Siamo ad un passo da un baratro che porterebbe i cittadini a ritenere le istituzioni come parte in causa dei conflitti tra persone e gruppi di potere, e non più come luoghi di tutela. È EDUCATIVO, al contrario, promuovere un intenso sforzo: tenere le istituzioni fuori dalla bagarre, restituirle alla loro credibilità pubblica e alla loro funzione di servizio, facendo in modo che in queste vicende possano essere punti di riferimento saldi, e non parti in gioco.
NON È EDUCATIVA la passività dell’opinione pubblica. È, invece, EDUCATIVO l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile.
È dunque EDUCATIVO valorizzare il tanto che di buono, operoso, lungimirante, concreto offre ancora oggi il nostro Paese. Ci sono realtà, civili e ecclesiali, che ogni giorno si sforzano di veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori positivi e condivisi. Ci sono agenzie educative, come la scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una vita civile consapevole. E ci sono famiglie – le quali costituiscono ancora il cardine della nostra società – che, pur fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento etica ai loro figli. Forse in questo momento tutto ciò può sembrare di secondaria importanza. Ma chi crede nel futuro sa che non è così. Ed è per questo che ci appelliamo a tutti i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente, per il bene del Paese, il senso della misura, del decoro, del rispetto. L’Italia necessita di giovani sereni, coscienziosi e operosi; di adulti sobri, responsabili e aperti. Su italiani come questi si può costruire un domani migliore.
Roma, 12 febbraio 2011

URL di origine: http://www2.azionecattolica.it/archivio-fattodelgiorno/misura-decoro-rispetto-modelli-le-nuove-generazioni

 Non c'era posto per loro...

di Andrea Re

“Si ribalta barcone, oltre 200 i dispersi - Decine di cadaveri sono stati avvistati nel Canale di Sicilia, compresi quelli di alcuni bambini”. (Corsera, 6 aprile 2011)

Cosa spinge migliaia di persone, in grandissima parte giovani, donne e uomini, portando i loro piccoli sotto braccio, ad affrontare il mare su gusci incerti, che mettono paura solo a vederli? Quale forza può muovere tanta gente verso un’isola che sta a metà del Mediterraneo come una zattera, alla quale può anche darsi che si arrivi, ma dalla quale non si sa se si potrà ripartire?

Da una parte del mare c’è un mondo che non esita a partire, ad imbarcarsi verso l’incertezza, con il suo pesante fardello di miseria e con la forza invincibile della speranza di migliorare la propria vita.

Sull’altra sponda del mare ci siamo noi, che viviamo in un mondo fatto di “certezze”, che andiamo in crisi quando la batteria del telefonino ci lascia a piedi e facciamo tre volte il giro dell’isolato per parcheggiare proprio dentro l’ufficio.

Due mondi in contrasto tra loro. Al di là di tutte le semplicistiche analisi che spesso ascoltiamo, non può sfuggire ai nostri occhi di cittadini e di cristiani che ci troviamo calati dentro un momento cruciale della storia delle civiltà mediterranee: interi popoli hanno levato il capo alla ricerca di libertà e dignità. Un movimento che nasce da una speranza nuova e che ha coinvolto l’intero Nord Africa, ma dentro il quale ancora una volta la miseria e la violenza, interna ed esterna, seminano disorientamento e spingono alla fuga.

Dentro questo momento, alcune domande interpellando la nostra coscienza di cittadini e di cristiani: a quanto siamo disposti a rinunciare di ciò che abbiamo per offrire dignità e soccorso a chi ce lo chiede? Siamo disposti a interrogarci su quanta responsabilità abbiamo, come Italia e come Europa, rispetto alle condizioni di queste popolazioni? Siamo disposti ad accogliere, a farlo concretamente, non solo idealmente?

Una regione mediorientale sulle sponde del Mediterraneo, circa duemila anni fa. Due migranti, un signore barbuto e una ragazzina che non arriva a vent’anni, incinta, affrontano il viaggio con mezzi di fortuna, per farsi registrare, per avere una dignità, per esistere agli occhi del mondo. “Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.” (Lc 2,6-7).

Non accada che nei nostri “alberghi”, magari mezzi vuoti, non si trovi un posto per quei tre migranti.

 Non possiamo tacere

Azione Cattolica Italiana
PRESIDENZA NAZIONALE
Ufficio Stampa

L’ennesima tragedia del mare nel Canale di Sicilia in cui hanno perso la vita più di 250 migranti, tra essi molti bambini, ci chiede di andare oltre il cordoglio per le vittime innocenti.
Non possiamo ignorare che alla porta di casa bussa un’umanità dolente che scommette la propria vita inseguendo il sogno d’un benessere negato, in fuga da luoghi in cui povertà e guerre sono l’insopportabile normalità. Anonime vittime sacrificate sull’altare delle ingiustizie generate dalle sperequazioni economiche, politiche e sociali. Persone arrivate dal mare con ancora negli occhi l’illusione di un futuro migliore, una promessa che spesso costa al “passeggero” tutto ciò che possiede. Nel corpo hanno la fame, la sete, migliaia di chilometri sotto il sole del Sahara e la lunga permanenza nei campi di sosta del Nord Africa.
L’Azione Cattolica, raccogliendo l’appello di Caritas Italiana, chiede che, al di là dell’affrontare l’emergenza del momento, si sostengano i Paesi da cui i migranti partono e quelli attraverso cui transitano per evitare il perpetuarsi di viaggi allo sbaraglio come quelli che si concludono tragicamente nel Canale di Sicilia.
Dalle informazioni che arrivano molti dei dispersi e dei sopravvissuti provengono dal Corno d’Africa: disperati che tentano il tutto per tutto, compreso affidarsi a chi lucra sulla loro sorte.
La comunità internazionale ha oggi il dovere di supplire alla precarietà e alla fragilità di quei Paesi accompagnando il viaggio di chi fugge. In particolare, si possono creare dei percorsi facilitati, fasce di territorio protette, corridoi umanitari gestiti dalla comunità internazionale che servano a controllare il movimento delle persone, ma allo stesso tempo proteggerle da abusi e violazioni di diritti. Occorre inoltre evitare di tenere concentrate in un unico luogo, come a Lampedusa, tutti coloro che arrivano. Siamo un grande Paese, non possiamo temere l’arrivo di poche migliaia di persone. Non possiamo fingere che non siamo in grado di gestire la loro presenza o il loro passaggio verso altri luoghi d’Europa. Un permesso di soggiorno temporaneo è ormai necessario.
Non ultimo, la comunità cristiana ha il dovere di esser tale: dobbiamo vedere in ogni persona umana l’inalienabile dignità della creatura che porta in sé l’immagine di Dio. Spetta a ciascuno di noi la responsabilità della salvaguardia dei diritti umani e il dovere della solidarietà per tutte quelle persone la cui vicenda storica non possiamo ignorare.
Roma, 7 aprile 2011

Azione Cattolica Italiana
Ufficio Stampa - Tel. 06.661321 – Fax 06.66132360
e-mail: ufficio.stampa@azionecattolica.it
Fabio Zavattaro: 335 6791518 – Antonio Martino: 347 9485190

 ESERVIZI SPIRITUALI 29 LUGLIO - 1 AGOSTO 2011

 APPUNTAMENTI MARZO E APRILE 2011




 CICLO DI CONFERENZE SULLA COSTITUZIONE E SULLA CITTADINANZA

 Natale 2010


Download file "NATALE 2010"


 Giornata di Adesione 08 Dicembre 2010

 Roma 2010

C’è di più!
Diventiamo Grandi Insieme

La fine di ottobre quest’anno ha segnato una tappa importantissima per l’Azione Cattolica: l’ACR e l’ACG di tutta Italia si sono infatti riunite a Roma per incontrare il Santo Padre e vivere un weekend in contatto diretto con la Parola di Dio.
Incontro che ha riscosso uno straordinario successo: Piazza San Pietro è stata letteralmente invasa da una folla gioiosa ed entusiasta di 100 000 tra giovani e bambini, uniti dal desiderio di vivere la fede a 360°, opportunità che solo l’AC con tutta la sua grinta può offrire.
E tra la folla c’eravamo anche noi, la piccola ma ormai consolidata ACR di Gardone, con Martina, Elena e Raffaele, e un accenno del nuovo gruppo di ACG rappresentato da noi, e Sara, Beatrice, Marta, Davide e Roberto, insieme ai nostri insuperabili, grandiosi educatori, Marghe, Erica, Elena, Stefano e Luca.
Il nucleo spirituale dell’evento si è avuto appunto con il ritrovo alla presenza del papa, il quale ha dovuto fronteggiare 3 quesiti per niente semplici, ma essenziali per vivere la cristianità nella società odierna:
Cosa significa Diventare Grandi?
Come possiamo Amare Davvero?
Quale via seguire per essere Bravi Educatori?
E attraverso le parole di Benedetto XVI, tra un ballo in Piazza di Siena e un concerto a Villa Borghese, in compagnia dalle parrocchie di Lumezzane Pieve e Sarezzo, ed infine nel saluto a Firenze con l’intera diocesi di Brescia, abbiamo riscoperto importanti valori, quali la condivisione e l’altruismo.
È stata anche l’occasione perfetta per conoscersi, confrontare idee e opinioni, guardare la vita da una prospettiva diversa, più genuina e comunitaria.
Un’esperienza significativa, che ha impresso in noi l’importanza del vivere insieme aiutandosi l’un l’altro e con fede, perché “C’è di più” che noi stessi.
Ed ACR & ACG sono proprio quel “di più” che possono aiutarci a raggiungere questa meta, “Diventando Grandi Insieme per dare luce al nostro mondo”!

Giulia e Isabella


 Meeting Regionale ACR Crema 2010

 Documenti utili


AZIONE CATTOLICA Gardone V.T. - 1 dicembre 2010 - Assemblea Parrocchiale

Lettera dei Vescovi - 2008

Lettera Ufficio Catechesi Diocesano - AC su ICFR dall' Assemblea Diocesana Catechisti - 2006


 Alcune fotografie...


PARROCCHIA DI S. MARCO
VIA COSTA, 2 - 25063
GARDONE VAL TROMPIA - BS
Tel. 030 8912432
Email: info@parrocchiagardonevt.it
Iscrizione al Tribunale n° 400 - del 25-07-1989
Iscrizione alla Prefettura n° 109 - del 23-09-2002

Patrono: S. MARCO


SEI IL VISITATORE N° 5475. GRAZIE