L’edificio attuale si costruisce tra il 1582 e il 1606. Il progettista è tuttora ignoto ma – per concorde giudizio degli storici dell’arte – il disegno della chiesa appare modellato su forme e stilemi che si richiamano in particolare alla maniera di due grandi architetti bresciani del sec. XVI: Ludovico Beretta e P. M. Bagnatore.
Della precedente parrocchiale la ricostruzione tardo cinquecentesca ha conservato soltanto il portale marmoreo, datato 1534.
Il portone bronzeo, con pannelli scolpiti in altorilievo, si deve a Luigi Bertoli da Nave ed è datato 1996.
L’interno presenta una ritmata scansione di crociere sia nella navata centrale, con volta a botte, sia nelle due laterali. Il transetto, con la cappella della Madonna e di S. Giuseppe, è realizzato tra il 1936 e il 1939, su progetto dell’ing. Gennaro Stefanini.
L’aula sacra custodisce pregevoli tele dovute ad Antonio Gandino (1560 - 1630), Pietro Ricchi (1606 - 1675), Francesco Paglia (1637 - 1714), Francesco Lorenzi (1723 - 1787) e ad altri pittori di scuola veneta e bresciana. Notevoli gli affreschi di Eliodoro Coccoli (1880 -1974) compiuti dall’artista – tra il 1924 e il 1930 – nella cupola del presbiterio e nella cappellina del battistero.
Fra le più antiche opere di scultura lignea primeggia la soasa dell’altare del SS. Sacramento - ricomposta nel primo Settecento.
Comprende statue dovute a Clemente Zamara e Clemente Tortelli e un Crocifisso – ospitato in una nicchia centrale normalmente coperta dalla pala maggiore – assegnabile ancora a Clemente Tortelli o – secondo studi recentissimi – a Maffeo Olivieri. I tre intagliatori qui ricordati sono bresciani e vivono tra il XV a il XVI secolo. Di assoluto rilievo sono inoltre le statue dei SS. Caterina e Domenico – collocate in rispettive nicchie ai lati della bussola – lavori giovanili di G. Battista Carboni (1729 - 1790), pagati all’artista nel 1750.
Fra le opere lignee più recenti, degne di rilievo son l’altare liturgico, il Coro e la sede del Celebrante, realizzati tra il 1982 e il 1995 nella bottega artigiana di Martino e G. Luigi Sandrini da Pontedilegno.
Una segnalazione specifica merita il grande organo “Inzoli”, realizzato nel 1982 dall’omonima ditta, rappresentata da Luigi Bonizzi.
Revisionato completamente nel 1992 e nel 2003, lo strumento conta 3268 canne e 51 registri sonori.